Parlare per farsi ascoltare

Pubblicato da lapedagogista il 27 ott, 2011 in Famiglia, Pensieri educativi | 1 commento

La parte più semplice del comunicare con i nostri figli è parlare.
La più difficile farsi ascoltare. Più difficile ancora ascoltarli.
Partiamo quindi dalle cose facili.
Come parlare ai nostri figli, specialmente piccoli, per riuscire a farci ascoltare?

“A me gli occhi”
Per dire le cose importanti ai tuoi bambini, guardali negli occhi. Significa proprio che ti devi abbassare al loro livello, e più sono piccoli più ti devi abbassare. Ti devi fermare, smettere di pelare patate, mandare messaggi, rifare i letti … e guardarli. E chiedi loro di guardarti. Così sei sicuro che si distrarranno come meno facilità e gli stai già dicendo che ciò che hai bisogno di comunicargli è importante e che hai bisogno della loro attenzione.
Ovviamente se devi chiedergli se per cena preferiscono la pasta in bianco o col ragù, non è il caso di mettere in atto questo rituale.

“Sic et simpliciter”
Non usare termini troppo vaghi, ma cerca il più possibile di essere preciso. Se è il caso fai anche degli esempi molto pratici. Se stai uscendo insieme ai tuoi bambini e dici loro: “Mi raccomando, comportatevi bene!”, spiega loro cosa intendi per “bene” (Stare zitti? Salutare? Stare vicino a voi?).
Quando parli ai tuoi figli usa parole precise e semplici.
Questo non vuol dire che devi parlare in “bambinese”. Se vuoi che i tuoi bambini sappiano che il veicolo a quattro ruote che usate quotidianamente si chiama “automobile” è inutile che tu dica sempre : “Adesso prendiamo la brum brum e usciamo”. Un po’ di lessico familiare rende calda la comunicazione, ma con moderazione!
All’estremo opposto, se usi termini troppo complessi, non ti capiranno.
Se dite a vostro figlio che vi sta parlando in modo un po’ troppo concitato: “Mi sembri posseduto!”, potrebbe rispondervi: ”Non sono un po’ seduto, sono in piedi!”.
Meglio essere sicuri che capiscano cosa dite, specie se per voi è importante!

“Breve ma intenso”
Non perderti in spiegazioni troppo lunghe, che tanto i bambini non ascolterebbero.
Quando qualcuno si dilunga con noi e non viene subito al dunque, ci annoiamo. Anche i nostri figli si annoiano, se ci perdiamo in preamboli o digressioni. Inoltre hanno un tempo di attenzione decisamente breve, quindi meglio dire subito le cose importanti ed eventualmente poi dare informazioni o spiegazioni aggiuntive.
Spiegazioni eccessivamente articolate e lunghe, rischiano non solo di annoiare ma anche di confondere e disorientare.
E’ inutile ripetere come un disco rotto le medesime frasi se avete già fornito una volta una spiegazione oppure dilungarsi se il vostro bambino è in una situazione di pericolo imminente. In questi casi, un “no” deciso, o allontanare fisicamente il bambino dal pericolo, è molto più efficace di tante parole.
Altrimenti potrebbe succedere che mentre gli spieghi per filo e per segno perché è meglio che vi dia la mano e gli elenchi quali pericoli può correre se si allontana troppo, l’hai già perso tra la folla.
Questo chiaramente non è un invito a parlare ai tuoi figli a monosillabi :”Sì, no, fermo, seduto, mangia, basta”. Se qualcuno si rivolgesse a noi così, non ci piacerebbe. Quindi, a meno di casi “estremi”, non facciamolo coi nostri figli.

Riprova e controlla
Per quanto tu sia stato in contatto visivo con loro, e per quanto tu abbia cercato di essere semplice, preciso e breve, è assolutamente possibile che tuo figlio non abbia capito.
Chiedi ai bambini se hanno capito.
Se non hanno capito , dì loro che hanno fatto molto bene a dirtelo, e “traduci” ciò che hai detto con parole più semplici.
Se non sei convinto che abbiano capito o se comunque sei desideri essere sicuro che il tuo messaggio sia arrivato correttamente, chiedi al bambino di ripetere cosa hai detto.

Però ricordiamoci che se vogliamo insegnare ai nostri figli ad ascoltare, dobbiamo prima di tutto ascoltarli. Tra l’altro, “concedersi” un tempo e uno spazio per ascoltare i nostri figli è un’esperienza istruttiva e divertente …
Ma ci saranno di certo altre occasioni per approfondire il tema dell’ascolto.

A proposito di …

Un commento

  1. Beh mi sento meglio dopo questo post, e’ quello che faccio io con la Lavi, l’ascolto, cerco di farmi ascoltare, uso parole semplici…Solo che a quanto pare io “ragiono” toppo e dovrei mettere il cervello in stand by per un po’ a detta di qualcuno…sono troppo esigente, faccio stare la Lavi sulle spine…Insomma devo prima educare me stessa e poi di conseguenza lei… Ma ora almeno so che la parte ascolto/farmi ascoltare la sto facendo nel modo giusto.
    Grazie Barbara :-)

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  1. Equivoci lessicali | straordinariamente normale - [...] Il parere della pedagogista [...]

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