Esercizio #7: ascolta

Pubblicato da lapedagogista il 27 ago, 2012 in Famiglia, Pensieri educativi | 1 commento

Esercizio #7: ascolta

Ed eccoci al settimo esercizio che i coniugi Myla e John Kabat-Zinn nel loro libro “Benedetti genitori; guida alla crescita interiore del genitore consapevole” – Edizioni Corbaccio.

Cercate di incarnare una presenza silenziosa. Essa nel tempo si trasformerà in una pratica consapevolezza, a patto che siate attenti a ciò che portate in voi e a ciò che proiettate nel vostro corpo, mente e parola.
Ascoltate attentamente.

La parte preponderante della comunicazione è l’ascolto. Si è dei buoni comunicatori se si è in grado di ascoltare.
Un proverbio di un anonimo ci ricorda che abbiamo in dotazione due orecchie e una sola bocca: forse perché dobbiamo ascoltare il doppio di quanto parliamo? Forse perché ascoltare richiede uno sforzo doppio rispetto a parlare?

Mentre mio figlio sta guardando il suo programma preferito in tv, difficilmente mi ascolterà. Mentre leggo le mie mail, difficilmente riesco ad ascoltare cosa mi sta dicendo mio figlio.
Ascoltare non significa semplicemente stare in silenzio.
Significa prestare attenzione alle parole. Esserci per l’altro. Significa sintonizzarsi sullo stato emotivo dell’altro
.
Cosa prova? Che emozione mi comunica?
Ascoltare l’altro è un’esperienza di ascolto di noi stessi e delle emozioni che risuonano in noi.

Per riuscire ad ascoltare gli altri, e in particolare i nostri figli, è necessario che impariamo prima di tutto a stare immobili dentro di noi e a sentire il nostro corpo e le emozioni che ci comunica.
I coniugi Kabat-Zinn ci suggeriscono che la consapevolezza del respiro è una modalità semplice e alla portata di tutti (tutti respiriamo e sempre!) per ancorarsi al momento presente nella quotidianità.
Il respiro è sempre presente, è connesso alla nostra vita, al nostro corpo, alle nostre emozioni: prestare attenzione al nostro respiro durante i piccoli gesti della vita quotidiana ci riporta con immediatezza al momento presente, al qui e ora.
Ma oltre a questa “attenzione informale”, è utile ritagliarsi dei momenti di solitudine, un tempo per noi stessi. Non servono ore e ore, materassi morbidi e luci soffuse: bastano anche due minuti di silenzio ma saranno due minuti nutrienti per il nostro corpo, la nostra mente e il nostro spirito.

Oggi proviamo a fare silenzio ed ascoltare … ed ascoltarci.

Qui potete trovare gli esercizi precedenti:
Esercizio #1
Esercizio #2
Esercizio #3
Esercizio #4
Esercizio #5
Esercizio #6

Un commento

  1. Come ho potuto perdermi questo scritto ricco di saggezza, probabilmente perchè non ho ASCOLTATO i tuoi numerosi avvisi in cui ricordavi che c’era qlcs di molto interessante da leggere.. che sbadatona, mi stavo perdendo una chicca, che dovrei ripetermi come un mantra ogni due ore. Recuperato!

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