A proposito di “E siamo ancora qua…”: le paure dei bambini

Pubblicato da lapedagogista il 24 set, 2011 in Famiglia | 1 commento

Facendo percorsi in classe di educazione alle emozioni, capita spesso di parlare di paura. Ricordo una pubblicità di qualche mese fa, in cui un noto comico invitava a comprare una macchina a rate “…tanto nel 2012 finisce il mondo”. Con un po’ di sorpresa, emergeva che molti ragazzini di 11-12 anni verbalizzavano una grande paura per l’annunciata fine del mondo, facendo riferimento all’informazione attinta da questa pubblicità.
In altri episodi di cronaca nera, o in occasione di catastrofi naturali o attentati, mi è capitato di dover spiegare a bambini e ragazzi, in termini a loro comprensibili, le informazioni che avevano sentito in televisione, alla radio, letto su internet o semplicemente riferite da un compagno.

La paura è un’emozione sana, poiché ci avverte di un pericolo e ci stimola a prepararci per affrontarlo.
E’ importante aiutare il bambino a vivere l’emozione della paura che sta provando. Trattare in modo brusco non aiuta a superare la paura (è un’esperienza che facciamo anche noi adulti del resto) e negare che sia legittimo avere quella paura significa comunicare non accettazione: “come fai ad aver paura di questa cosa” equivale a dire “tu non sei all’altezza”.
L’adulto di fronte alla paura deve rispettare l’emozione, ascoltare e contenere, rassicurare e informare, sdramattizare senza ridicolizzare, sostenere il bambino affinchè tiri fuori le sue risorse, far esplorare diverse risposte di fronte alla paura.

I nostri figli sono immersi nelle informazioni. Se non lo sono loro direttamente, vivono con coetanei che gliele riferiscono come le hanno capite.
Spesso queste informazioni spaventano, anche noi adulti.
Forse più che censurare e evitare, vale la pena di spiegare.
In modo che abbiano un’informazione corretta e adeguata alla loro età, fornita in modo affettuoso e sicuro.

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Un commento

  1. mi piace! (è un tasto che dovresti mettere! ..o forse siamo male abituate a fb…) mi piace il modo in cui da un’esperienza comune a molte persone (anche decritta con fare ironico e simpatico) trovi spunto per spiegare delle cose!..e io cerco di impararle.. :)

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