Quando la coppia scoppia

Pubblicato da lapedagogista il 20 feb, 2012 in Famiglia, Pensieri educativi | 4 commenti

C’è un libro molto illuminante di Goleman “Intelligenza Emotiva”, che ho studiato con passione tempo fa. Un capitoletto che mi ha colpito molto parla di intelligenza emotiva per la coppia.
E’ innegabile che nella coppia esistano due realtà emozionali diverse che si incontrano.
Partiamo dall’infanzia. Bambini e bambine, pur frequentando la scuola insieme, crescono di fatto separati fino alle prime cotte adolescenziali. Se chiedete a un gruppo di bambini di prendere il posto che desiderano in un cerchio, quasi sicuramente avrete un emisfero di maschi e uno di femmine. Questo lo vedo ogni volta che entro in una classe, fino ai 12-13 anni. Poi di solito i ragazzi e le ragazze, scoprono che c’è qualcosa di interessante anche nell’altra metà del cielo.
Inoltre, bambini e bambini crescono ricevendo insegnamenti diversi su come gestire le emozioni. Chi parla con una femmina è più propenso ad usare un maggior numero di parole che riguardano le emozioni e discute più dettagliatamente di sentimenti di quanto fa con un maschio. Vi è mai capitato di sentir dire a un bambino che piange: “Non fare la femminuccia?” L’unica eccezione è la rabbia … di cui i genitori sembra parlino in modo approfondito solo con i maschi. Forse per prevenire?
Indipendentemente dai giochi che vengono loro offerti, le bambine sono più inclini a giocare in piccoli gruppi in cui regna l’intimità, mentre i maschi si impegnano volentieri in giochi di competizione che coinvolgono un grande gruppo. Quando un bambino maschio si fa male, gli altri si aspettano che “l’infortunato” si allontani o la smetta di piangere velocemente in modo che il gioco possa proseguire. Se in un gruppetto di femmine si fa male una bimba, le altre si raccolgono intono a lei per aiutarla e consolarla, sospendendo il gioco.
Per tutta l’infanzia le bambine imparano a leggere le emozioni e ad esprimerle, mentre i maschi diventano bravi a minimizzarle, in particolare se si tratta di paura e vulnerabilità.
Ed è così che le donne, più empatiche e che sperimentano più emozioni con maggior transitorietà, arrivano alle prime relazioni stabili di coppia o al matrimonio preparate al controllo delle emozioni, mentre gli uomini si dimostrano emotivamente il sesso debole: non sanno quanto le emozioni siano importanti per far sopravvivere una relazione.
Lo scontro principale è sulla percezione di avere una buona comunicazione: le donne vogliono parlare della relazione stessa “Secondo te è meglio se indosso questa gonna o questi pantaloni per la cena di stasera”, gli uomini vogliono “fare”: “A me sembra che vadano bene entrambi … dai che facciamo tardi”.  Un momento di contatto c’è all’inizio della relazione, in cui gli uomini si mostrano disponibili a parlare “Starei qui a parlare con te tutta la notte” … ma col trascorrere del tempo di vita della coppia, per gli uomini il livello di intimità si misura nella condivisione di esperienze di vita quotidiana, non rispetto a quanto se ne parla “Come fai a dire che non parliamo mai? Ma se siamo stati insieme tutto il giorno!”
Queste differenze diventano evidenti quando c’è un conflitto o un semplice disaccordo. E’ il momento in cui le differenze si incontrano … e si scontrano.
Alle donne da meno fastidio gettarsi in una discussione di coppia: come abbiamo visto sono più portate a parlare della relazione.
Di fronte ad un “attacco”, ad una critica globale diretta alla nostra persona “Sei sempre il solito …”,  le reazioni possibili sono due: o il combattimento o la fuga, ovvero l’ostruzionismo.
In alcuni momenti il livello di conflitto è talmente alto (e succede di tanto in tanto a tutte le coppie) che le emozioni sono così intense da non poter vedere il punto di vista dell’altro, per cui diventa impossibile cercare di trovare insieme una soluzione. In questi casi parliamo di “sequestro emozionale”.  Il partner che annega nelle emozioni pensa le cose peggiori dell’altro e vede tutto sotto una luce negativa. Questi pensieri sono virus mentali, in cui la situazione viene generalizzata e tutto appare immutabile: “Ecco, lascia sempre tutto in giro! Non gliene frega niente di me, basta che stia bene lui! Del resto l’hanno cresciuto così, servito di tutto punto! Non c’è nulla da fare! Egoista!”.
Durante una discussione, gli uomini vengono “sequestrati” prima delle donne dalle emozioni, secernendo maggiore adrenalina. E così si rifugiano nell’ostruzionismo “Adesso non ho voglia di discutere”, “Lasciami stare. Me ne vado a fare un giro in macchina e quando torno, se mi sono calmato, ne parliamo” per autoproteggersi dalla “piena emozionale” e non attaccare.
In pratica mentre le donne si impegnano a innescare i conflitti per fare “manutenzione della relazione”, gli uomini li evitano in tutti i modi possibili. Ma non è finita. Quando gli uomini mettono in atto tecniche di ostruzionismo o di fuga, le donne alzano il livello della discussione e della critica, poiché si sentono completamente incomprese e sono a questo punto loro stesse invase da emozioni negative “Se te ne vai adesso non osare rimettere più piede in questa casa”.
Ma allora cosa può proteggere la relazione di coppia?
Gli uomini dovrebbero sapere che per le donne le rimostranze sono atti d’amore, un modo per prendersi cura della relazione, migliorarla e mantenerla sana. Inoltre dovrebbero guardarsi dall’offrire troppo velocemente soluzioni pratiche: la cosa più importante per una donna è sapere di essere ascoltata e che si empatizza con i suoi sentimenti,  che il partner ha capito il suo punto di vista, anche se non lo condivide.
Le donne dovrebbero imparare che l’intensità con cui manifestano le loro rimostranze, rappresenta un problema. Quindi dovrebbero sforzarsi di non attaccare il partner, ma la sua azione.  E dovrebbero anche considerare che calmarsi richiede un tempo di recupero fisiologico di circa 20 minuti. Per cui allontanarsi o sospendere  la discussione non è una sconfitta, ma consente di riprenderla con maggiore lucidità e di porre un freno ai pensieri negativi che non sono d’aiuto a risolvere nessun problema. E impedisce di continuare a ferire i sentimenti dell’altro, motivo per cui piccoli problemi possono trasformarsi in gravi conflitti.
Infatti, per entrambi, bisognerebbe imparare a non criticare e disprezzare l’altro, ma riuscire a mandare messaggi in prima persona. “Hai fatto … mi sono sentito/a … avrei preferito …” .
La frase “Quando mi hai detto che non saresti arrivato in tempo, mi sono sentita arrabbiata e presa in giro! La prossima volta vorrei che mi avvertissi prima” probabilmente mette in atto una comunicazione diversa da “Sei uno stupido, non te ne frega niente di me!” e rende l’interlocutore più disponibile ad ascoltarvi.
Ciò che tiene unite le coppie è la capacità di ascoltare, ma soprattutto l’empatia, che è la capacità di ascoltare i sentimenti dell’altro, che spesso si nascondono dietro alle parole.
E’ difficile improvvisare queste capacità mentre si litiga e quando le emozioni sono così alte che rischiano di travolgerci.
Forse bisogna iniziare ad ascoltare nella quotidianità e a rispecchiare all’altro i sentimenti che prova.
Allora la prossima volta che parlate con il vostro/a partner chiedetevi che emozione sente (Gioia? Tristezza? Paura?) e provate a dirglielo: “Mi sembra che tu sia abbattuto” oppure “Mi sembra che tu sia molto soddisfatta di te!”.
E allenatevi a farlo ogni volta che ne avete il tempo e la disposizione per farlo (non fatelo mentre rincorrete vostro figlio di 8 anni tenendo sotto il braccio vostra figlia di 4!). Diventerà un’abitudine che aiuterà a creare empatia e a facilitare la comunicazione tra voi. E potrebbe tornarvi utile nel momento in cui vi troverete di nuovo a discutere …

4 Commenti

  1. Ho amato quel libro. Deve averlo a casa di mia madre. Chissà se riuscirò a portarli qui.
    Qs. post sono la versione professionale dei BarbaPapà post! ;o)

  2. Quello che scrivi in questo post bisognerebbe leggerlo e rileggerlo ogni giorno… il modo di comunicare è determinante per stabilire una comunicazione sana ma spesso sottovalutiamo questi accorgimenti’ fondamentali… grazie!

  3. Il libro e’ in lettura proprio ora….. (in sospeso, veramente, per mancanza di tempo per la lettura)
    Quanto al tuo illuminante post… l’ho appena girato a chi so io! :)
    Many thanks!

  4. Quel libro fu illuminante per me, uno di quei libri da tenere sul comodino..la pratica è la parte più difficile, ma non impossibile. :)

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